“Bisogna che la novena alla festa di Santa Tecla sia fatta con tutto il nostro essere: pensieri retti, umili; sentimenti retti, umili; apostolato retto, umile; relazione vicendevole retta, umile. L’umiltà sarà la sorgente sempre viva della grazia per voi e per l’Istituto.
La Prima Maestra vi dà in questo un esempio in cui tutte, senza eccezione, potete rispecchiarvi. L’ha sempre dato, fin dagli inizi della Congregazione. Il suo atteggiamento è stato sempre semplice, umile, raccolto.
Il can. Chiesa disse un giorno vedendola passare: «Quella è un’anima eletta» e non la conosceva ancora, come l’ha poi conosciuta in seguito.
E’ stata canonizzata la Mazzarello che, pur non essendo istruita, ha guidato tanto bene il suo Istituto. La sapienza non dipende dalle nostre elucubrazioni, ma dalla grazia dello Spirito Santo. Alla Prima Maestra dovete tutto e devo anch’io molto perché mi ha illuminato e orientato in cose e circostanze liete e tristi; è stata di conforto nelle difficoltà che intralciavano il cammino.
Si è religiose e paoline, prima di tutto. La Prima Maestra è illuminata da Dio: ha avuto un lume tale nello scegliere i soggetti per i vari uffici che qualche volta sono rimasto meravigliato anch’io. (…)
Vi vorrei tutte come la Prima Maestra. Niente senza di lei e con lei tutto.
Non sono molto amico delle feste rumorose, delle lettere, dei canti speciali, ecc. Preferisco l’esercizio delle virtù e la imitazione di chi viene festeggiata. Seguire la Prima Maestra umilmente, docilmente; compiere affettuosamente ciò che dice: non resistere alla sua volontà, aiutarla con la preghiera; fare in modo che non debba portare il peso della sua responsabilità con pena”.
15 settembre 1960