In occasione delle nozze d’oro dei genitori

Parole pronunciate da M. Tecla nel 1936

Eccoci qui tutti uniti attorno ai nostri carissimi e venerati genitori per festeggiare il ricordo delle loro nozze celebrate or sono 50 anni.

In questo momento trovate, o carissimi, attorno a voi numerosi nipotini che vi guardano e sorridono, e ce ne sono pure altri non presenti, ma che godono il frutto delle vostre fatiche. Sono le anime affidate al vostro figlio Sacerdote[1], sono quelle affidate dal Signore alla vostra figlia Suora.

Sono 50 anni di unione, di aiuto, di reciproco amore ma sono pure 50 anni di lotta e di sacrifici.

Il Signore però ha tutto contato, e tutto scritto nel libro della vita.

Ed ora permettete o carissimi genitori che in questo giorno così solenne, mi rallegri con voi e vi esprima un poco di quanto sento nel cuore.

Prima di tutto, vi ringrazio della vita che mi avete dato, dell’educazione cristiana, dei travagli, delle fatiche e dei sacrifici che avete fatto per me, dopo Dio tutto devo a voi, solo il Signore vi può ricompensare, ed io per questo prego ogni giorno. Voi perdonate le mie poche corrispondenze, quando penso agli anni trascorsi in famiglia mi sento tanto rimorso di non aver fatto meglio.

Caro papà in mezzo alla numerosa famiglia qui riunita mi sembri uno dei santi Patriarca dell’Antico Testamento, cara mamma in mezzo ai tuoi figli e nipoti, godi della letizia delle anime giuste.

Il Signore vi ha prediletto, vi ha fatto il grande privilegio di scegliersi uno dei vostri figli a Suo Ministro, questa è una delle più grandi grazie che il buon Dio abbia fatto alla nostra famiglia. Ne sia ringraziato il Signore, e voi carissimi genitori che con tanta cura l’avete formato e indirizzato.

E tutti questi cari bambini, figli dei vostri figli che oggi rallegrano la nostra casa non sono tutte benedizioni di Dio?

O voi carissimi fratelli Giovanni[2] e Carlo[3], voi che state a fianco dei genitori per aiutarli e sostenerli, io vi ringrazio.

Voi carissime cognate che dividete coi genitori e coi fratelli le gioie e le pene io vi ringrazio dell’assistenza amorosa che avete per i nostri carissimi, ed ormai vecchi genitori. La vita è intessuta di spine, di croci, sul nostro cammino troviamo più spine che rose, ma tutto è disposto dal Signore, onde non attacchiamo il cuore alla terra e ci facciamo dei meriti per il Paradiso.

Mi pare ancora di vedere aleggiare intorno a noi i due cari angioletti che ci aspettano lassù, e persino la dolce figura del nonno, oggi mi pare più sorridente.

Ed ora vi auguro tutto ciò che si può augurare di più bello, non una lunga vita, non la felicità sulla terra, non bene di terra, ma beni eterni. Un bel posto in Paradiso, ecco l’augurio mio più fervido e la preghiera che sempre innalzo al Signore per voi.

Che possiamo trovarci Lassù tutti uniti, come lo siamo qui in questo bel giorno.


[1] Costanzo Leone, nato nel 1896, per lungo tempo parroco di Barolo.
[2] Giovanni, nato nel 1892
[3] Carlo è il fratello minore di Teresa, nato nel 1898.


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