In occasione del primo viaggio all’estero 2

Da bordo del Pan America, 11 giugno 1936
giorno del Corpus Domini

Carissimi genitori e fratelli,

Come vedete, vi scrivo in Piroscafo. Partii da Santos il giorno 3 e ci starò fino al 17. Sono già a più di metà del mio viaggio. Penso che in questi giorni avrete tanto lavoro da non tener tempo per leggere, leggerete quando avrete tempo, io approfitto mentre sono in viaggio che ho tempo a scrivere.

Ora vi descrivo un poco il mio viaggio!

Dunque come dissi partii dal Brasile, al porto di Santos il 3 giugno alle ore sei di sera, al mattino del 4 scesi a Rio Janeiro, poiché il Piroscafo sostava un giorno, e andai con altre due delle nostre Suore, venute da San Paolo il giorno prima col treno (poiché l’hanno gratis) andai ad ossequiare il Nunzio Apostolico che era già avvisato e ci aspettava. Ci accolse paternamente, e quando seppe che eravamo Piemontesi parlò anche lui il dialetto nostro. Questo particolare ci ha fatto tanto piacere, lontane così sentire il nostro idioma…

Salii di nuovo a bordo e alla sera alle 5 si ripartì. Mentre aspettavamo l’ora, prima di salire, andammo a fare una gita sul Monte Cordovado proprio ai piedi della colossale statua del Cristo Redentore, andammo con la filovia, è il monte più alto del Brasile. Il Cristo ha un’altezza mi pare di metri 35, la prima volta è stato illuminato dal S. Padre da Roma per mezzo della radio Marconi… Là ho pregato per tutti.

Dunque dalla sera del 4 ad oggi, il Piroscafo non ha più fermato né giorno e né notte.

E’ un Piroscafo Americano, si chiama Pan America, ci sono io sola religiosa, sola Italiana, anzi sola Europea, tutti i passeggeri sono Americani o dell’America del Sud o centrale o del Nord. C’è appena un signore e una signora che comprendono e parlano Italiano.

Io però, per ciò che ho bisogno un po’ in spagnolo e un po’ italiano mi faccio capire. Devo però dire che sono tutti molto rispettosi i camerieri, i quali sono quasi tutti mori, gli ufficiali stessi e i marinai sempre che mi vedono salutano rispettosamente, quindi mi trovo bene. Io poi me ne sto quasi tutto il giorno in cabina dove mi son fatta un piccolo altarino e lì prego, leggo la S. Messa, poiché non c’è qui sopra neppure alla Domenica. Oggi poi giorno così solenne mi costa un po’ a stare senza Messa, penso alle belle funzioni che si fanno da noi… ci assisto in spirito.

Domani 12 se piacerà al Signore arriveremo all’Isola di Trinidad e lì staremo fermi un giorno poi altri 5 giorni e saremo a New York. Quando riceverete questa mia io già sarò arrivata da un po’, questo era il pezzo di viaggio che mi faceva più paura. Non ho ancora sofferto il mal di mare, e quindi è da ringraziare il Signore.

Spero che sarete tutti in buona salute. Non ho avuto alcuna notizia di voi, ho appena ricevuto due volte la posta dall’Italia, veramente prima che le lettere siano giunte io già sono partita. Mi fermai 20 giorni in Argentina a Buenos Aires, 28 al Brasile a San Paolo, il resto l’ho impiegato nel viaggio sempre per mare. Ormai mi ci sono abituata.

Ha fatto la Prima Comunione Maria? e i nipotini crescono? Sono tutte buone le mie carissime nipotine?

Faccio ancora i migliori auguri a Giovanni[1] per la sua festa, però questa mia arriverà che è già passato S. Giovanni da un po’.

Prego sempre per voi tutti, ora che viaggio ho più tempo a pensare a vi penso e vi ricordo ad uno ad uno.

Vi saluto tutti di cuore, saluti alle cognate, pregate per me

 aff.ma Teresa


[1] Giovanni è il fratello maggiore, nato nel 1892.

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